Cime tempestose è un romanzo che nel tempo conserva la capacità di parlare al lettore di un legame intenso e vibrante di passione che si trasforma in dolore e oppressione.
Come spesso mi accade ho letto con molta lentezza le prime cento pagine di questo libro. Mi ha scoraggiata il groviglio di nomi che si avvicendavano senza tregua, finché non ho deciso di agevolarmi con una brillante mappa dei personaggi.
Oggi giungo alla fine di questo inatteso romanzo che mi ha condotta a scoprire "Wuthering Heights": quel luogo che è la residenza di Heathcliff, apparentemente non un demonio, ma un rozzo proprietario di campagna. È come il nome suggerisce, la cima di una collina inglese battuta da un vento del nord capace di insinuarsi oltre la siepe in modo così impetuoso da suscitare spavento e gelo.
"Wuthering Heights" si rivela infine un profondo luogo oscuro dell'animo umano. Incomprensibile e irraggiungibile.
Emily Brontë ha saputo intrecciare l’ostinazione e l’asprezza dei personaggi, la loro miseria di fronte all’oppressore e la volgare superbia che ciascuno porta con sé. Eppure, tra queste pagine, ha lasciato al lettore anche un alito di speranza, qualcosa di amabile che resiste.
L'unico personaggio a cui forse si ci affeziona, è Nelly fedele domestica e narratrice quanto testimone dei fatti che hanno riguardato l'intera famiglia.
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Pubblicato per la prima volta nel 1847, Cime tempestose è la quintessenza del romanzo vittoriano, una storia selvaggia, originale e possente, capace di scuotere ancora oggi l'animo dei lettori, grazie ad uno stile sanguigno, melodrammatico, intriso di passione folle, lancinante malinconia, echi gotici e drammaticità shakespeariana.
Ambientato nel paesaggio selvaggio ed incontaminato della brughiera inglese, questo capolavoro firmato da Emily Brontë, a oltre 150 anni dalla sua uscita, mantiene inalterato il suo fascino.
Cime tempestose
Crescere Edizioni
✅️ 16/17+
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